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L’argomento che tratterò oggi è per me di fondamentale importanza, vista anche la mia iscrizione alla facoltà di Biologia presso l’Università di Trieste.
L’11 febbraio si celebra in tutto il globo la “Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza”.
Questa iniziativa riconosce il ruolo fondamentale che le donne e le ragazze svolgono nella scienza e nella tecnologia, e si propone con l’obiettivo di promuovere un accesso completo ed equo alla partecipazione scientifica.
È stato necessario istituire questa giornata poiché continuano ad esistere stereotipi sulla figura femminile, i quali influenzano tutti noi e il mondo del lavoro.
Pregiudizi secolari, come ad esempio quelli che ritengono le donne “poco inclini per natura” allo studio scientifico, falsità che portano le giovani ragazze a sviluppare delle insicurezze verso le proprie capacità.
Il genere femminile si trova quindi ad essere più autocritico, meno propenso a candidarsi per posizioni di potere o a presentare progetti individuali.
Nonostante ciò, negli ultimi anni molte giovani donne si sono prese parecchie rivincite, anche se la strada per raggiungere una totale parità di genere è ancora lunga.
Bisognerebbe cominciare fin dall’infanzia, facendo in modo che le bambine credano in sé stesse, valorizzando le loro capacità e facendo conoscere dei modelli a cui ispirarsi.
La percentuale di studentesse nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) è ancora una minoranza. Nella nostra regione solo il 26% delle donne sceglie di intraprendere un percorso accademico STEM, contro il 74% maschile, fino ad arrivare ad un 70% di ricercatori uomini.
La parità di genere è uno dei 17 Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile che l’Onu si è prefissato di conseguire entro il 2030.
Diminuire il divario tra uomo e donna nell’ambito scientifico sarebbe uno dei passi fondamentali per raggiungerlo.
Il 97% dei premi Nobel scientifici sono stati finora assegnati a uomini, ma sono moltissime le donne da ricordare, le quali hanno contribuito in maniera significativa allo sviluppo scientifico.
Impossibile che il pensiero non si diriga verso grandi donne quali Margherita Hack, Marie Curie, Ada Lovelace, Maria Sibylla Merian, Rita Levi Montalicini solo per citarne alcune.
Ragazze non fatevi scoraggiare!
Il mondo ha bisogno della scienza e la scienza ha bisogno delle donne.
Grazie per l’attenzione, buon proseguimento all’interno del nostro sito e buona giornata a voi.