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Trattiamo oggi la tematica più “calda” del momento, ovvero il progetto di RFI riguardante il nostro territorio, nel quale a quanto pare dovrebbe sorgere un’opera imponente: la variante ferroviaria.
Siete tutti a conoscenza del progetto, persino la diga lignea formata dai soliti detriti fermi sul pilone dell’attuale ponte ferroviario (che nessuno rimuove), a precisa domanda saprebbe rispondere, tutti sanno di cosa stiamo parlando.
Ma pochi si accorgono, probabilmente, del solito gioco delle parti, nel quale i mestieranti della politica non intendono assumersi responsabilità…bisognerà pur salvaguardare il proprio pacchetto di elettori anche negli anni a venire, o no?
Ecco perché ci viene da sorridere quando leggiamo le varie dichiarazioni, chiunque le stia snocciolando.
Volete davvero credere ad una mozione interna allo stesso partito che, attualmente, governa la nostra Regione, mozione nella quale viene richiesto (in maniera parecchio generica) un “tavolo tecnico” atto a blablablare su un progetto che, sfidiamo chiunque a dimostrarci il contrario, si farà punto e basta?
Una mozione intestina al partito che, nel programma elettorale 2018, presentava candidamente i potenziamenti alla rete ferroviaria e parlava già apertamente di “variante”?
Certo, direte voi…chi li legge i programmi elettorali?
Si vota ciecamente il partito, salvo poi lamentarsene a giochi compiuti…
Volete davvero credere ad un partito che presenta interrogazioni e si schiera contro il progetto, poiché in Regione siede in minoranza (sì, adesso parliamo anche della controparte, non preoccupatevi) ma nel frattempo è in maggioranza nel Governo centrale dove, al contrario, sottoscrive senza colpo ferire i vari stanziamenti di fondi e “l’accelerata” delle tempistiche (Modello Genova) che da Roma giungono a Trieste per concretizzare la variante?
Nessuno vuole assumere una posizione netta e, chi lo fa, va in contrasto palese con il proprio partito, ma sempre usando le stesse parole dal retrogusto democristiano, buone per tutte le stagioni senza mai prendere un raffreddore:
“dialogo con le autonomie locali, coinvolgimento del territorio, ascolto delle istanze e delle necessità dei cittadini”.
In poche, vere e chiare parole, senza tanti giri utili a parlare senza dire nulla, la traduzione realistica è la seguente:
“creeremo una commissione apposita (magari con gettone di presenza) la quale funga da specchietto per le allodole e vi faccia sentire considerati, mentre cominciano i carotaggi dei terreni dove, lo vogliate o no, sorgeranno il viadotto ferroviario e la nuova stazione, poiché è una grande opera che garantisce guadagni enormi ad una miriade di imprese ed aziende ed a fronte degli interessi economici internazionali, Latisana conta quanto uno starnuto in mezzo alla bora.”
Severo ma sincero.
Vogliamo lanciare un appello, poiché questa è casa nostra (tema tanto caro ai partiti che attualmente governano la Regione) ed abbiamo quanto meno il diritto di sentirci dire la verità in faccia: siate tutti onesti, dal Governatore fino all’ultimo dei Consiglieri di opposizione.
Basta con lo scarico di responsabilità, basta con questi siparietti utili soltanto a tentare di salvare la propria immagine, a discapito di un vero dialogo e di un confronto corretto e trasparente nel quale ci venga semplicemente comunicata la verità.
RFI ha intenzione di rivedere il progetto, magari spostando a Nord di qualche centinaio di metri il nuovo tracciato?
Al confine tra Latisana e Ronchis, in mezzo ai campi, sicuramente creerebbe meno danni…non sventrerebbe tre zone residenziali, non taglierebbe a metà Latisana, non distruggerebbe definitivamente il nostro Centro Studi ed i residenti coinvolti direttamente sarebbero decine e decine in meno.
RFI intende mantenere il progetto per quello che è, senza valutare alcuna ipotesi alternativa?
Quali compensazioni sono previste?
Il Centro Studi nuovo lo crea RFI a spese proprie spostandolo dall’attuale posizione o le nostre Scuole Superiori non interessano ad anima viva?
Queste sono soltanto alcune delle legittime domande che ci aspettiamo vengano portate dal nostro Consiglio Comunale in Regione, pretendendo risposte ed esercitando quel briciolo di peso specifico che rimane a Latisana.
Sempre se non chiediamo troppo…ma forse per noi, che di mestiere non siamo politici, queste dinamiche rimangono difficili da giustificare ed impossibili da digerire.
PS: quando l’anno prossimo taluni vi parleranno di quanto sia utile vantare un’Amministrazione Comunale che appartenga alla stessa fazione politica di quella in carica in Regione, ricordatevi di questo articolo…saranno le solite bolle di sapone per ammaliarvi, nulla di vero, nulla di concreto.
Se il partito ordina, chi ha la tessera in tasca obbedisce.
Ecco perché siamo una lista civica, non abbiamo padroni.