Carissimi cittadini e followers di Latus Anniae, vi do il mio personale benvenuto nel nostro sito rinnovato, per tornare a parlarvi dell’argomento oggetto del mio primo articolo: la variante ferroviaria che potrebbe interessare il Comune di Latisana.
Come forse ricorderete, al termine di quello che voleva essere un resoconto della prima serata informativa organizzata dal Comitato Difendiamo Latisana – No alla variante ferroviaria, erano state poste delle domande relative all’assenza di alcune figure istituzionali locali.
Ebbene, sembrava che tali domande avessero trovato una risposta nelle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Galizio di fronte al Consiglio Comunale (riunitosi in videoconferenza a pochi giorni dall’evento) e riportate in un articolo pubblicato Venerdì 7 Agosto sul Messaggero Veneto.
Tali dichiarazioni, citando lo stesso virgolettato riportato dal quotidiano, lasciavano intendere che RFI avesse convenuto “di rimettere in discussione l’ipotesi presentata il 23 aprile alla Regione” e che fosse sua intenzione compiere “un passo indietro rispetto a quella soluzione”.
Queste dichiarazioni venivano rilasciate a seguito di un incontro avvenuto tra RFI, la nostra Giunta Comunale e alcuni impiegati tecnici del Comune.
Un sospiro di sollievo per la nostra comunità, perché non solo veniva annunciato il dietrofront di RFI ma si prospettava anche la possibilità di instaurare un dialogo proficuo con il Comune di Latisana, volto all’analisi di soluzioni alternative rispetto a quel progetto, eccessivamente impattante per il nostro territorio.
E come una sincope che interrompe il sospiro, oggi vediamo pubblicare, sempre sul Messaggero Veneto, una notizia che narra una realtà ben diversa.
Secondo quanto dichiarato da alcune forze di minoranza consiliare, nella lettera inviata da RFI all’Amministrazione Comunale sarebbero menzionate le intenzioni di inoltrare tutta la documentazione relativa al progetto della variante così come presentata e di organizzare ulteriori incontri con la Giunta e i tecnici comunali al fine di “condividere, sin da questo livello progettuale, la soluzione che, pur mantenendo le funzionalità per le quali l’opera è pensata, possa essere condivisa anche dal territorio e compatibile con le progettualità già avviate”.
Quello che sembrava poter essere un dialogo volto alla ricerca di soluzioni alternative ora pare essere la semplice condivisione di informazioni e documenti relativi ad un progetto che non può essere modificato.
Potrebbe trattarsi di una mera questione retorica ma dalle due diverse interpretazioni dei fatti derivano importanti conseguenze per la nostra comunità: da una parte, la possibilità di riprogettare con RFI il futuro della nostra linea ferroviaria; dall’altra, la semplice presa d’atto delle motivazioni che hanno portato RFI a valutare quel progetto di variante ferroviaria come l’unico possibile.
Nell’ovvia convinzione di come la seconda ipotesi non sia minimamente accettabile, non possiamo non rimarcare come l’intera vicenda sia caratterizzata da una mancanza di trasparenza, sia da parte dell’Amministrazione Comunale che di RFI.
Nel momento in cui vengono rilasciate dichiarazioni relative a temi così importanti si devono poter fornire dati certi e produrre la documentazione a sostegno delle proprie affermazioni e, qualora si venga interpellati (come è stato fatto in questo caso nei confronti di RFI da parte del Messaggero Veneto), non si può replicare con un semplice silenzio stampa, accompagnato da dichiarazioni di disdegno nei confronti del dibattito pubblico (come se la costruzione di una simile variante ferroviaria fosse solo una questione tecnica e non politica).
Nell’attesa di ulteriori chiarimenti da parte di tutti i soggetti coinvolti, vi do appuntamento al nostro prossimo articolo e vi ringrazio per la vostra attenzione.