21 Novembre 2024

Vogliamo rispettare le regole o no?

Carissimi concittadini e followers di latusanniae.com, è motivo di orgoglio per me essere la prima a pubblicare un articolo nel sito nuovo…non mi esimerò dal vantarmene in eterno con il resto del gruppo!

Battute a parte, l’argomento che oggi porto alla vostra attenzione è tutt’altro che scherzoso.
Come avrete notato o saputo, i parchetti di Latisanotta sono oggetto in questo periodo di una profonda ristrutturazione.

Le aree di gioco special modo, ma anche l’arredo atto al relax e ristoro, stanno prendendo forma grazie all’incessante lavoro degli operai.
Scivoli ed altalene, nuove giostrine, un fondo morbido sul quale correre (e cadere…) in totale sicurezza.
Tutto positivo, se non fosse che…

Se non fosse che alcuni cittadini, incuranti della fettuccia biancorossa ed irrispettosi delle regole, stanno già utilizzando quelle aree come se fossero già terminate e consegnate alla collettività.
Siamo sicuri che lo scivolo sia fissato?
Siamo certi che non vi siano tondini in ferro, viti o altri oggetti contundenti e potenzialmente perforanti, esposti pericolosamente?
E non sarebbe di certo una sorpresa: È UN CANTIERE!

Ed in un cantiere NON SI ENTRA.
La fettuccia non è posta a segnalare l’area dei lavori a caso, senza un perché…è lì per un motivo: tutelare noi e il Comune.
Perché siamo certi che qualche “fenomeno”, paladino del “ma sì, per una scivolata, i problemi sono altri”, poi sarebbe anche capace di andare a denunciare l’Ente Comunale se i figli dovessero farsi male.
Per non parlare dei possibili danni alle attrezzature presenti ed il possibile rallentamento dei lavori se il fondo dovesse essere rovinato da chi, in barba al buon senso, dovesse camminarci sopra prima della sua ultimazione.

Ci sono già pervenute delle foto di alcuni bimbi, con tanto di genitori presenti, i quali stavano usando lo scivolo in questi giorni.
Vi preghiamo, doveste assistere a scene simili, di spiegar loro civilmente il perché sia sbagliato.

I lavori avanzano in tempi record, a breve avremo i parchetti sistemati e pronti per essere vandalizzati dagli adolescenti come succede al Parco Gaspari, vi chiediamo solo un po’ di pazienza e di rispetto delle regole.
Le quali non devono essere continuamente contestate, scavalcate, prese sotto gamba: vanno seguite e basta.


Grazie per la vostra attenzione, spero di non esservi sembrata troppo polemica o aspra nei toni, ma ho due figli piccoli anch’io e sto insegnando loro ad obbedire, non a vivere al di fuori delle Leggi in base ai propri pruriti del momento.
Non vedo per quale motivo, ad altri bimbi (mai colpevoli, i responsabili sono i genitori) non venga impartito lo stesso modo di agire e porsi nei confronti delle regole, poiché un giorno i bimbi di oggi saranno adulti…lascio a voi le conclusioni di questo pensiero.

Elisabetta Perrotta

Ruolo: DIRETTIVO DI LATUS ANNIAE
Nata a Latisana nel Dicembre del 1985 e tuttora vi risiedo. Ho una grande passione che è il sociale, aiutare il prossimo è sempre stata una mia priorità, sono stata una volontaria della Croce Rossa Italiana, mentre attualmente sono volontaria e soccorritrice nella S.O.G.I.T. e dall'età di 14 anni mi sono dedicata a un gruppo autonomo di Protezione Civile per alcuni anni. Successivamente al Diploma, conseguito presso l'Istituto Tecnico Professionale "E.Mattei" di Latisana, sono stata assunta da una grande azienda di abbigliamento, dove ho lavorato fino all'arrivo della mia primogenita. Ora mi dedico esclusivamente ai miei bambini ed è proprio per garantire loro un futuro migliore, che cerco in tutti i modi di dare il mio contributo alla società. Da marzo 2023 sono un membro della Commissione consultiva "Pari Opportunità" del Comune di Latisana. Da sempre attivamente animalista, ho deciso di aderire al progetto civico di Latus Anniae perché è un gruppo di menti giovani e fresche che si dedica solo e unicamente al cittadino, a tutto ciò che può migliorare la vita di ogni singola persona, ognuno può portare il suo contributo alla collettività ed io ho deciso di farlo.

View all posts by Elisabetta Perrotta →