Carissimi concittadini e followers di latusanniae.com, ben ritrovati a sfogliare le pagine virtuali del nostro sito ufficiale.Piattaforma sulla quale, da oggi, cominceremo a trattare il tema che sta monopolizzando le vite di tutti esseri umani da oltre un mese.
Ma non lo faremo dando notizie, snocciolando dati assolutamente incompleti e poco attendibili, non ci addentreremo negli aspetti medici dell’argomento visto che millanteremmo competenze specifiche delle quali non disponiamo.
Questo ed altri articoli, vi daranno la visione del singolo autore ed in alcuni casi, della totalità del nostro gruppo.Prendete quindi ciò che state leggendo, come fosse un’opinione personale assolutamente fallibile, contestabile e lontana dalla presunzione di avere ragione.
Siamo in guerra.
Molti penseranno “i nostri nonni e bisnonni l’hanno davvero vissuta” ed è legittimo, lungi da me accostare diverse problematiche svilendo il sacrificio dei nostri antenati anche in epoche recenti.
Ma è una guerra a tutti gli effetti: siamo chiusi in casa per proteggerci, dobbiamo fare scorta di cibo anche se non scarseggia, milioni di noi non possono lavorare e le aziende o sono chiuse o convertite nella produzione di materiale utile a fronteggiare il nemico ed ovviamente…c’è un nemico.
Non manca alcun dettaglio per definirla “guerra”.
Ma il cattivo stavolta è invisibile all’occhio, non ha una mimetica di poco differente dalla nostra, non imbraccia un’arma, non avanza per conquistare una collina o far brillare un ponte.
Il nemico è potenzialmente ovunque, chiunque, potrebbe annidarsi in famiglia, potremmo essere noi stessi il suo veicolo.
Ciò rende ancor più inquietante la situazione.Inoltre piangiamo dei Caduti, tantissimi, una media spaventosa di decessi quotidiani i quali, da alcune zone maggiormente colpite (il “fronte”), vengono trasferiti per la cremazione tramite dei convogli dell’Esercito.
È una guerra, siamo in guerra.
Un sentimento unisce tutto il Mondo in questo momento: la speranza.
Chiunque sogna di tornare presto alla normalità, alla propria vita, alle proprie abitudini.
E sbaglia.
Sbaglia e non se ne rende conto.
Tornare alle nostre vite, ai nostri vizi, ai nostri futili capricci, alle pretese ed alla maleducazione verso chi ci serve, allo spreco ed all’inquinamento, al consumismo sfrenato ed al disinteresse verso l’ambiente sarà la dimostrazione che l’umano non assimila mai, non comprende mai, non trae vantaggio dalle situazioni vissute.
Avrete notato tutti che, durante le sporadiche uscite concesse, l’aria risulti quasi pungente, fastidiosa, “troppo pura” per dei polmoni abituati allo smog ed alle polveri sottili.
Le luci della città in lontananza ed i dettagli della casa ora si notano con nitidezza, le acqua dei nostri bacini e corsi splendono come mai prima, e molte specie animali stanno tornando a popolare zone fino ad un mese fa “off limits” per loro, a causa della nostra ingombrante ed arrogante presenza.
Automobili ferme, produttività ridimensionata, chi esce da casa cerca di farlo a piedi per godersi ogni singolo istante all’aria aperta apprezzandola poiché ora quei ritagli di tempo risultano un dono.
Non pretendo assolutamente che l’intero sistema-vita della nostra società eviti di produrre, di muoversi su due e quattro ruote, non sogno assolutamente di vivere come i Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America, con i carri e le case senza servizi essenziali.
Ma spero che ci si renda conto finalmente dell’opportunità enorme di apprendimento che il destino ci ha riservato: se possiamo, usciamo a piedi, limitiamo l’utilizzo dell’auto, aumentiamo l’igiene personale e l’educazione verso il prossimo quando tossiamo e starnutiamo.
Cerchiamo di ottimizzare gli sprechi ed i consumi, non compriamo compulsivamente il superfluo, pretendiamo i legittimi e sacrosanti dispositivi di protezione individuale al lavoro, produciamo in maniera più etica, cerchiamo di non gettare alle ortiche questo periodo il quale può davvero insegnarci tanto.
Potrebbe ad esempio rivelarsi l’occasione per digitalizzare più servizi ed enti possibile, dagli Uffici Comunali alle Aziende Sanitarie, passando per l’istruzione ed il fabbisogno di alimenti e medicinali, per continuare con i servizi postali e l’innovazione nelle attività produttive.
Finalmente eviteremmo di tornare tutti in coda, tutti in fila, in attesa, fermi a perdere tempo e denaro ammucchiati per un qualcosa che potremmo ottenere con un clic.
Ci rendiamo conto oggi di quanto la bottega sotto casa, rappresenti un’ancora di salvezza senza eguali, soprattutto nei Comuni privi di grande distribuzione.Potremmo continuare anche dopo questa esperienza negativa, a sostenere le piccole imprese locali, a vivere di nuovo la piazza, ad apprezzare la sagra e le iniziative delle varie Pro Loco, a non criticare a prescindere chi amministra per trarne vantaggio in ottica delle future elezioni.Potremmo stringerci un po’ a cerchio, recuperare il tempo perso per stare insieme e progettare il domani anziché tornare semplicemente a pensare ai propri interessi.
Potremmo pretendere dal Governo di investire pesantemente sulla Sanità e soprattutto sulla ricerca, perché il personale sanitario è indubbiamente eroico, ma chi risolverà la situazione sarà colui il quale urlerà “EUREKA!” dopo aver creato il vaccino.
Saremo sani quando ne usciremo, ma potremo definirci salvi?
Saremo salvi se trarremo vantaggio ed insegnamento da questa situazione, saremo solo sani e miseramente sbagliati se torneremo a calcare gli errori commessi fino ad ora.
Prendiamo la palla al balzo per migliorare il mondo del lavoro, le attività produttive, i diritti dei lavoratori i quali rischieranno invece di essere livellati verso il basso in nome della ripresa economica e della “fila fuori dietro di te”, per aumentare la vita di piazza e l’acquisto locale, per essere più umani e tolleranti, aperti verso chi chiede una mano esattamente come stiamo facendo noi oggi per bisogno e paura.
Spero che anche solo una persona colga questo appello, senza la presunzione di avere ragione, credo fermamente che anche dalle peggiori delle catastrofi si possa trarre beneficio.
Grazie per il vostro tempo, vi auguro di stare bene e ritrovare presto la serenità della quale tutti necessitiamo.