Carissimi concittadini e followers di latusanniae.com, continua la rubrica dedicata alla quarantena vissuta in altri Paesi del globo, ormai giunta alla sua sesta puntata!
Stavolta torniamo nel vecchio Continente, seguendo senza indugi la direzione indicataci dalla bussola: Nord che più Nord non si può…si vola in Norvegia.
A portarci la sua testimonianza diretta, un nostro compaesano Paludese D.O.C. emigrato anni fa nel Paese dei fiordi: Luca Piccotto!
Lasciamogli quindi spazio e parola, ringraziandolo per la disponibilità ed a voi tutti auguriamo buona lettura!
“Il tutto è incominciato il 26 febbraio, quando è stata segnalata la prima persona infetta proveniente da un viaggio in Cina, mentre il primo decesso dovuto al Covid-19 è avvenuto il 12 marzo, un paziente anziano che era stato ricoverato all’Ospedale Universitario di Oslo a causa del virus.
Ad oggi (31 maggio, ndr) le persone sottoposte a tampone sono state 245.352 delle quali i casi segnalati ammontano a 8.411, ricoverati in ospedale 877, ricoverati in terapia intensiva 218 e purtroppo deceduti 236.
A partire dal 12 Marzo, il Governo ha introdotto le misure di restrizione per contenere il contagio come ad esempio la chiusura di asili, scuole, atenei, ristoranti, bar, edifici adibiti alla pratica di qualsiasi culto religioso, uffici e molto altro.Mentre alimentari, negozi con prodotti di prima necessità e farmacie sono attività rimaste aperte.
Tutti i dipendenti della Sanità pubblica e privata hanno ricevuto l’obbligo di cooperare a pieno regime per contrastare il virus con divieto assoluto di uscire dai confini per qualsiasi motivo fino a termine emergenza.
Alla popolazione, invece, non è stato attribuito alcun obbligo di indossare la mascherina e nessun divieto di uscire di casa.
È stato richiesto solo il buon senso di rispettare le distanze e di seguire le norme igieniche consigliate e devo dire che con un popolo del genere, è facile ottenere ottimi risultati…in materia di senso civico ed osservanza delle regole, i Norvegesi non sono secondi ad anima viva.
Il mondo del lavoro ha subito due importanti cambiamenti: home-working per chi potesse svolgere le proprie mansioni d’ufficio da casa e licenziamento temporaneo per tutti i dipendenti delle aziende costrette alla chiusura.
“Licenziamento temporaneo”, così lo hanno definito poiché è stato adottato un sistema intelligente di gestione dei contratti, chiusi momentaneamente ma con una clausola di diritto a riammissione al proprio posto di lavoro a percentuale.
Ad esempio: riassumendo al 50% un dipendente, la metà restante del salario che avrebbe dovuto ricevere viene garantita dallo Stato direttamente nel conto bancario, per un periodo da definire e scalando gradualmente la percentuale a carico delle casse statali.
Questa misura permette quindi ai dipendenti di non perdere un solo centesimo di stipendio ed alle attività di respirare, ripartire, raccogliere le forze finché non potranno tornare a pagare per intero i propri collaboratori.
Inoltre, per le aziende obbligate ad abbassare le saracinesche, ogni tassa è stata sospesa in attesa della ripresa economica.
Ora il Governo sta passando allo step successivo, ovvero il rimborso in base alla stima di quanto le aziende avrebbero guadagnato sulla base dei libri contabili e degli introiti nello stesso periodo dell’anno precedente (sperando sia vero perché finché non vedo non credo).
Fino ad ora sembra che lo Stato stia facendo un buon lavoro.
I confini sono tutt’ora chiusi (dal 12 marzo) per i turisti e non-residenti i quali vorrebbero entrare in Norvegia, mentre per i residenti che tornano a casa invece c’è l’obbligo di quarantena che dai quattordici giorni inizialmente stabiliti ora si sono ridotti a dieci.
A partire dal 27 Aprile il Governo ha deciso di allentare molte delle restrizioni, ad ora quasi tutto è tornato alla normalità, con domani (1° Giugno, ndr) praticamente le restrizioni saranno annullate definitivamente ad eccezione dell’apertura di confini ed aeroporti, i quali probabilmente non subiranno modifiche fino a fine Agosto.
Condivido in pieno questa linea, poiché i numeri tutto sommato invidiabili e l’evolversi positivo della situazione, impone di non abbassare la guardia rischiando di tornare pericolosamente indietro.
Grazie per il vostro tempo ed un abbraccio fortissimo alla mia Paludo!”
Luca Piccotto