Salve carissimi concittadini e followers di latusanniae.com, in questo articolo intendo proporvi una mia lettura sulla situazione economica italiana, molto breve ma che immagino possa lasciarvi uno spunto di riflessione.
Come si può notare dal grafico pubblicato oggi dal Corriere della Sera, i principali indici macroeconomici del Belpaese corrono sulla strada giusta.
Strada che però risulta ancora parecchio in salita, se la paragoniamo a quella percorsa dai Paesi Europei che più ci “somigliano”.
Crescono infatti, a passo molto più spedito, le economie di Spagna e Portogallo.
Come hanno fatto queste nazioni ad uscire dal baratro della crisi?
Recuperando competitività.
Dal 2009 Spagna e Portogallo hanno varato precise riforme mirate all’abbassamento dei costi del lavoro, recuperando efficienza e competitività nel contesto Europeo del quale, piaccia o meno, facciamo tutti parte e dobbiamo tenere conto.
Una porzione del nostro Paese, della quale fa parte anche la Sinistra estrema, associa come fosse un’equazione: abbattimento del costo del lavoro = abbattimento del costo dei salari.
Dimenticandosi, forse volutamente, che il costo del lavoro per unità di prodotto è dato da due fattori: il livello dei salari nominali ed il livello della produttività.
La Spagna ed il Portogallo hanno spinto su entrambi i fattori ma specialmente sulla produttività pro-capite, ed i risultati sono alla luce del Sole.
Sebbene quest’ultimo ragionamento non sia del tutto inerente al grafico a corredo dell’articolo, manifesta con un esempio come la microeconomia influenzi la macroeconomia e viceversa, se positivamente o negativamente dipende dalle scelte politiche e da come poi verranno applicate nel territorio.Microeconomia e macroeconomia, per “giocare” con una si è costretti a considerare gli effetti sull’altra, come lo Yin e lo Yang.