Dal 24 al 26 giugno 2024, Udine ha ospitato le “Giornate dell’Idrologia”, iniziativa organizzata dalla Società Idrologica Italiana (SII) in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine.
Questo evento, intitolato “La gestione delle acque in condizioni di emergenze climatiche: la risposta della comunità idrologica al territorio”, ha attirato esperti e ricercatori da tutta Italia per discutere delle sfide e delle soluzioni legate alla gestione delle risorse idriche in un contesto di cambiamento climatico.
Io c’ero.
Ho presentato un contributo volto ad evidenziare l’importanza di una gestione integrata delle risorse idriche nelle aree agricole, soprattutto quelle densamente coltivate, importanza che si fa ancora più marcata a causa degli effetti del cambiamento climatico (che non ci porteranno per forza ad avere meno acqua disponibile, almeno non nel Nord Italia, ma che ci obbligheranno ad adattarci al fatto che la pioggia si presenterà in maniera più saltuaria e più intensa).
Sfortunatamente, un tema importante che secondo me poteva e doveva essere affrontato in questa sede, anche per l’importanza che riveste per la regione Friuli Venezia Giulia, è stato solo sfiorato fugacemente: il fiume Tagliamento. Importantissimo per la comunità scientifica, può essere visto come un laboratorio a cielo aperto per lo studio di processi geomorfologici, lo studio di dinamiche fluviali naturali e per la gestione delle risorse idriche (e molto altro).
Non esiste, però, solo questo.
Esistono anche e soprattutto le persone.
Persone, come i latisanesi, che rischiano di veder rovinate le proprie vite da un fiume dal quale è decisamente probabile aspettarsi un’alluvione.
Lo sanno tutti, ma è stato ricordato anche durante questa conferenza, che “un’alluvione del Tagliamento non è escludibile” anche a causa dei cambiamenti climatici.
Bilanciare la necessità di conservare la naturalità del fiume Tagliamento con la protezione delle popolazioni a valle dal rischio idrogeologico è una sfida complessa, ma possibile attraverso un approccio integrato che consideri sia la protezione ambientale che la sicurezza delle comunità.
La mancanza di un dibattito sul tema, tanto più che interessava la Regione ospitante la conferenza, è stata un’occasione persa. Interpellare la comunità scientifica è il solo modo che le Amministrazioni locali e quella Regionale hanno per trovare una soluzione al problema Tagliamento, badando allo stato dei bacini idrici più che a quelli elettorali.
Non fatevi ingannare da decenni di indolenza decisionale, non fatevi ingannare da chi dice a voce bassa, magari dietro le vostre spalle, che è Latisana a non doversi trovare dove si trova quasi ad insinuare che andrebbe spostata o sommersa.
Se c’è la volontà, una soluzione si trova.
O prepariamoci a parlarne dopo la prossima non-escludibile alluvione.