Carissimi lettori e followers di latusanniae.com è un piacere ritrovarvi intenti a sfogliare le pagine virtuali del nostro sito ufficiale!
Oggi, in occasione del centenario della nascita di Franco Basaglia, vi proponiamo un’intervista profonda, toccante, il racconto di un luogo che sembra magico ma è più che reale: il Centro Epoché!
Lasciamo quindi la parola al nostro Capogruppo Consiliare Gianluca Galasso, nella consueta veste di intervistatore, ed alle responsabili del progetto, le dott.sse Eloisa Fontanini e Giulia Schiavon della Cooperativa Sociale “Nemesi”.
Buona lettura!
GG: “Benvenute sulle pagine virtuali di latusanniae.com e direi di partire dal principio di questa storia meravigliosa.
Quando e come nasce il Centro Epoché?”
EF: “Grazie Gianluca, è veramente un piacere poter raccontare il nostro percorso che parte nel 2004 e nasce da un’esigenza, dalla necessità di un gruppo di utenti del Centro Salute Mentale di Latisana i quali presentavano situazioni personali di stabilità alle quali era importante dare risposta anche al di fuori della struttura.
All’epoca non era ancora attivo il servizio sulle 24 ore, c’era soltanto l’apertura nella fascia oraria diurna del CSM a Latisana mentre per i ricoveri ci si rivolgeva alla sede di Palmanova.”
GG: “Si è pensato quindi ad un primo progetto di ‘deospedalizzazione‘ per l’utenza?”
EF: “Esatto, la terapia farmacologica ed il percorso con il personale del CSM sono colonne portanti del percorso di queste persone, ma allo stesso tempo servono attività parallele, laboratori ed azioni concrete nella loro quotidianità che, oltre ad occuparli, possano mostrare loro di essere utili e produttivi nel tessuto sociale.
GG: “Per qualcuno potrebbe addirittura profilarsi qualche opportunità lavorativa?”
EF: “Succede, sì.
Anni fa siamo partiti da Rivignano per insediarci a Latisana stabilmente in diverse sedi.
Prima di mettere radici nell’attuale sede di Calle Arrigo siamo stati operativi in Piazza Caduti della Julia e Viale Stazione con il progetto parallelo ‘Terre Emerse‘ che in tanti latisanesi ricorderanno per il negozio dove venivano vendute le bomboniere ed altri prodotti ecosostenibili creati dai nostri utenti.
In quel periodo erano coinvolte ben tre Borse Lavoro in un progetto di reinserimento lavorativo.
Al momento non abbiamo di questi percorsi attivi presso l’Epochè perché preferiamo coinvolgere tutta l’utenza a nostro carico nelle attività che organizziamo, senza distinzioni alcune, ma il CSM promuove, sul territorio ed anche presso altre realtà della nostra cooperativa, dei tirocini inclusivi i quali rappresentano delle opportunità concrete per chi intende coglierle.”
GG: “Sono venuto a trovarvi qualche volta ultimamente e noto sempre un bel brusio e tanta partecipazione…mi sembra un gruppo affiatato e cospicuo di utenti!”
EF: “Il nostro centro è molto frequentato, ci sono persone di passaggio e molte altre ormai storiche che rappresentano lo zoccolo duro della ciurma.
Abbiamo inaugurato la sede attuale il Primo febbraio 2012 quasi in concomitanza con l’apertura del servizio sulle 24 ore in CSM, aprendo sia i laboratori che l’appartamento per la residenza temporanea che prima era in Piazza Indipendenza, mentre ora avere tutto nello stesso stabile ci permette di seguire con maggior capillarità la situazione dei nostri assistiti.”
GG: “Avrete bisogno di diverse figure professionali per gestire un gruppo così folto…”
EF: “Negli anni siamo passati da due a ben otto operatori, tra Psicologhe, Educatrici, Operatori della salute mentale ma anche preziosissimi volontari, tirocinanti ed anche un elemento fornito dal Servizio Civile che ricordiamo essere un’opportunità retribuita per tanti giovani in cerca di un percorso professionale e di maturare nuove esperienze lavorative ed umane.”
GG: “Questo aspetto mi interessa molto, perché molte problematiche vanno affrontate con le giuste terapie ma senza affiancar loro il fattore umano credo sia più complicato raggiungere l’obbiettivo…”
GS: “Verissimo, il Centro Epoché nasce proprio seguendo questo concetto a noi caro.
L’obbiettivo è includere, creare nuove opportunità di reinserimento sociale, sviluppare attività ed una mentalità condivisa nel gruppo che promuova la vita a 360°.
Il Centro Epoché rappresenta un rifugio che per molti si trasforma in trampolino.
GG: “Sento una similitudine forte tra la vostra attività e Latus Anniae, ovvero quel senso di appartenenza, quel filo che accomuna tutti i suoi partecipanti ovunque si trovino nel Mondo in quel momento.”
GS: “Abbiamo lavorato tanto proprio sull’identità, sul saperci riconoscere come punto di forza l’uno per l’altro, sarà un cliché ma siamo davvero una famiglia nella quale trovare sostegno, comprensione e voglia di stare insieme.
Il CSM lo sa bene ed invita diversi dei suoi assistiti a frequentare il nostro gruppo nel quale possono trovare nuove motivazioni e tutti gli strumenti per rendersi conto che ciò che fanno qui dentro diventa possibile riprodurlo in società, in totale autonomia.
Proponiamo (e al contempo vengono proposte dalle persone del centro) attività ludiche e creative appositamente per stimolare l’aspetto cognitivo tramite il gioco ed il benessere, così da dotare l’utente di mezzi che inconsciamente userà nella vita di tutti i giorni.
Non mancano le occasioni per fare una passeggiata insieme e partecipare alla vita culturale sul territorio, ritrovandosi anche per una pizza insieme.
Quando poi l’iniziativa parte da qualcuno di loro è sempre molto preziosa!
Mi sento di dire che soprattutto quello che incide maggiormente al Centro Epochè è il come si sta insieme, la relazione con l’altro che non è affatto scontata, né qui né fuori da qui.
Riuscire ad includere un altro diverso da me ma che mi rispecchia e creare nuove forme di espressività grazie anche al fare insieme.
Esserci e cercare un dialogo con l’altro, un semplice ‘ciao come stai oggi? Ti vedo, sono qui…’ può fare la differenza.
GG: “Siete davvero una bella squadra, e come in ogni gruppo che si rispetti c’è sempre un comune denominatore che crea l’amalgama…il vostro qual è?”
GS: “La sofferenza.
Detto così suona forse un po’ triste ma è vero, parte tutto da lì.
La sofferenza delle persone per la loro situazione, l’impossibilità di vedere che oltre la coltre di nebbia fitta c’è ancora una vita da respirare a pieni polmoni, il dolore interiore che non può essere affrontato da soli…qui invece trovano protezione, una possibilità, dei simili con i quali attraversare questa nebbia mano nella mano e la paura, con cui spesso si impara a convivere, passa in secondo piano per lasciare spazio ad un potenziale da far emergere con fiducia (sia riconoscendo il proprio valore, sia riallenando delle abilità latenti).”
GG: “Questa è veramente un’isola felice, comprendo ora perché chi presta servizio da voi si innamori del progetto e torni spesso a trovarvi!”
EF: “Qui tendiamo a produrre benessere e stabilità, il CSM lavora sulla malattia in sé, ovvero sintomo e cura, mentre a noi viene data la missione di far sentire l’assistito all’interno di una grande rete di protezione della quale il CSM è una parte fondamentale ma non l’unica, c’è altro fuori.
Tant’è che il reparto stesso ci invia alcuni soggetti temporaneamente per valutarne le condizioni prima di un’eventuale intervento farmacologico che rimane sempre e comunque in capo ai Medici del reparto, ma può accadere che tramite dei percorsi riabilitativi si possa rimediare a situazioni meno gravi senza avvalersi della componente farmacologica, la quale nella maggior parte dei casi invece risulta necessaria a prescindere dalla nostra attività complementare.
C’è una bella sinergia con i professionisti del Centro Salute Mentale, ognuno con le sue competenze e mansioni facciamo rete a beneficio di chi ha bisogno di noi.”
GG: “Un’attività così importante sarà anche in crescita costante, soprattutto dopo il periodo pandemico il quale ha messo a dura prova la stabilità mentale di tante persone…”
EF: “Assolutamente, tanti utenti storici li avevamo in carico già prima ma dal 2020 sono emerse nuove fragilità anche in persone che non ne soffrivano.
Pensiamo ai disturbi comportamentali come l’incapacità di gestire la rabbia, i fenomeni di autolesionismo, o i DCA (disturbi dell’alimentazione) per i quali abbiamo ottenuto l’appalto per la gestione di alcuni pazienti seguiti dalla Neuropsichiatria Infantile e ricoverati presso la Pediatria di Udine per i prossimi tre anni.”
GG: “Si abbassa anche la soglia d’età dei vostri assistiti.”
EF: “Effettivamente c’è stato un incremento di giovani, la sofferenza nelle nuove generazioni è palpabile e presente, tant’è che abbiamo dato vita a diverse attività calibrate sia sul singolo che sul gruppo creando queste mini-compagnie per uscire la sera, mangiare una pizza assieme, andare al cinema o in piscina, visitare una mostra, anche soltanto mettendoci tutti a tavola per giocare ad un quiz o un gioco di società si può mostrare che tutte queste azioni apparentemente normali sono alla loro portata anche senza il nostro supporto.
I primi approcci di questi giovani utenti sono sempre timidi ed isolati, ma in breve si riescono sempre ad includere rendendoli partecipi e padroni delle loro scelte, proposte ed azioni, le quali diventano sempre più spontanee e provengono da loro.”
GG: “Non oso immaginare quanto amore, quanta pazienza e quanta disponibilità servano per riuscire ogni giorno a tenere in piedi tutto questo…”
EF: “Senza la grande disponibilità dei nostri operatori, anche in termini di orari e di sacrificio personale, il Centro Epoché non sarebbe una realtà, va detto.
Già che ci siamo approfitto per estendere l’invito a raggiungerci anche per eventuali volontari interessati a questo tipo di esperienza, cuori e braccia non sono mai abbastanza, soprattutto per gestire le attività come ad esempio il corso gratuito di cucito che partirà l’otto marzo qui da noi grazie alla disponibilità della Maestra Costanza e si terrà ogni Venerdì dalle 14:00 alle 16:00!”
GG: “La vostra crescita esponenziale è encomiabile ed assolutamente utile a beneficio di tutta la collettività latisanese e non, pertanto vi prego di accettare i miei più sinceri complimenti, anche se devo essere sincero…questo aumento del carico ha un retrogusto agrodolce o sbaglio?”
EF: “No è proprio questo il nostro cruccio, il nostro obiettivo: ci piacerebbe che il Centro Epoché tra qualche anno non esistesse più.
Sembra una dichiarazione esagerata, forse incomprensibile per chi non è del settore, ma pensare che finalmente l’obiettivo sia stato raggiunto e che la nostra opera non sia più necessaria è quanto di più soddisfacente possa prospettarsi nel nostro futuro.
Sappiamo che non sia possibile, ma sogniamo che questa grande famiglia possa un giorno ritrovarsi inclusa al 100% in società senza più bisogno di supporti, percorsi, appigli, e che il nostro centro come dicevamo sia diventato soltanto un trampolino, una catapulta verso una vita fatta di tanti piccoli momenti che si possano definire normali, qualsiasi, come lo è per tutte le altre persone.”
GG: “Come dicevi Eloisa, sai che non sarà possibile…
EF: “No infatti, è un sogno e molto probabilmente rimarrà tale, ma ci piace pensare al Centro Epoché del futuro come un luogo senza muri, che i nostri ospiti facciano fuori ciò che fanno qui con noi in un’ottica di reinserimento totale nella collettività.
Questo soprattutto per i giovani, per chi ha più chance di farcela con i propri mezzi, persone alle quali è sufficiente mostrare loro queste capacità che già possiedono.
Mi viene in mente il gruppo delle ragazze il quale si è sciolto formalmente perché appunto sono riuscite a tornare alla vita che è fuori da qui, nonostante si sentano e si frequentino ma non più come utenti, pazienti, assistite o altre etichette, semplicemente da coetanee ed amiche.
In quel caso, come per altre situazioni, l’obiettivo è stato raggiunto.”
GG: “Sono felice di aver conosciuto la vostra realtà, è un’isola felice ed estremamente utile per tutto il tessuto sociale…devo ammettere però che, nonostante siate presenti qui in Calle Arrigo da dodici anni, io abbia avuto contezza della vostra attività relativamente da poco…”
EF: “Questo è un problema che riscontriamo con Latisana e le realtà del territorio, con le quali ci piacerebbe cooperare molto di più proprio per aumentare le opportunità per i nostri beneficiari .
Speriamo questa intervista possa darci visibilità e farci conoscere un po’ di più dal luogo dove siamo presenti ed attivi da così tanto…”
GG: “Tranquille, non è un problema solo vostro, questo territorio è un po’ difficile ma quando apre il cuore sa mostrare il suo lato migliore.
Vedrete che andrà così anche con voi, lo meritate indubbiamente.
Che dire, l’intervista è finita, io vi ringrazio a nome di tutta la lista civica autonoma Latus Anniae e passeremo presto a trovarvi nuovamente!”
EF e GS: “Siamo noi a ringraziarvi per la luce che ci state puntando addosso, aspettavamo questa attenzione da diverso tempo e quando volete potete venire da noi, sarete sempre i benvenuti e questo vale per tutti i cittadini di Latisana.
D’altronde, come già detto, il Centro Epoché è un luogo senza muri.”