Carissimi amici e lettori di latusanniae.com è un piacere ritrovarvi mentre scorrete le pagine virtuali del nostro sito.
Vi ricorderete sicuramente di Laura Vidotto, una nostra amica e collaboratrice esterna che abbiamo intervistato tempo fa, in occasione dell’apertura della sua attività commerciale (per leggere l’articolo clicca QUI).
Oggi vuole parlarci di un tema molto importante, l’endometriosi, tramite la sua esperienza diretta e personale pertanto la ringraziamo per aver accettato di raccontarsi, a beneficio di tutta la collettività.
Parola a Laura Vidotto, buona lettura.
“L’endometriosi è una patologia infame.
Il motivo è molto semplice: quasi nella totalità dei casi si scopre di soffrirne quando comincia a dare problemi ad altri organi o in caso di concepimento (o ricerca dello stesso).
Cos’è l’endometriosi?
In sostanza si tratta di una patologia infiammatoria cronica che prevede la migrazione delle cellule dell’endometrio (strato interno dell’utero) verso destinazioni non naturali.
Ad esempio potrebbero depositarsi sull’intestino, nelle ovaie (causando cisti endometriosiche), sui legamenti utero-sacrali, sulla vescica…alcune donne hanno scoperto cellule di endometrio anche sul diaframma e nei polmoni.
L’aspetto “curioso” e deleterio di tutto ciò, è che queste cellule seguono l’andamento del ciclo mestruale, pertanto ogni mese si infiammano e sanguinano.
Risulta abbastanza intuibile che gli organi ospitanti (loro malgrado) di queste cellule non reagiscano positivamente a questo stato di infiammazione, ed è perciò che inviano dei segnali di allarme, di “anomalia del sistema”.
L’endometriosi è subdola, inoltre, poiché non si presenta a tutte le donne con le stesse modalità: i sintomi variano da nessuno (esistono casi asintomatici) fino a diventare invalidante man mano che cresce lo stadio di gravità.
Ogni endometriosi ha dei punti in comune ma è diversa…oggi vi parlo della mia.
Fin da ragazzina ho sempre patito un ciclo molto doloroso, il quale mi provocava nausee e conati fortissimi, oltre al dolore al basso ventre.
La mia vita è svoltata quando ho cominciato a prendere la pillola anticoncezionale, che successivamente ho scoperto essere una delle due vie percorribili per affrontare la malattia, l’altra è l’intervento chirurgico.
Tutto si è regolarizzato e i dolori si sono ridotti dopo un paio di mesi dall’inizio dell’assunzione.
Ridotti, non spariti, tant’è che la loro insistenza in zone ben specifiche e localizzate del mio ventre mi ha spinta a volermi informare per approfondire l’argomento, da sola.
Nel mio caso infatti non riuscivo a capire come mai, nei giorni in cui avevo il ciclo, avessi delle forti fitte all’intestino.
Nessun ginecologo riusciva a darmi una risposta, addirittura quando la parola “endometriosi” diventava sempre più presente tra le mie fonti di informazione, ne avevo parlato con la ginecologa dell’epoca che aveva escluso si trattasse di questo problema, tramite una classica visita ginecologica.
Ho scoperto solo in seguito che l’endometriosi non è diagnosticabile tramite una semplice ecografia: se ci sono degli elementi visibili come le cisti allora è individuabile, ma se non si “vede” nulla non significa che non ci sia.
L’unico mezzo certo è la laparoscopia esplorativa.
Ho continuato la mia vita capendo quanto fosse impossibile interrompere la terapia ormonale (ci ho provato una volta sola a trent’anni circa rischiando lo svenimento dal dolore per delle forti fitte) fino a quando ho incontrato una ragazza che mi ha raccontato la sua esperienza, consigliandomi di prenotare una visita in un centro specializzato.
Sono andata al “San Raffaele” di Milano e nel febbraio 2019 finalmente ho ricevuto la mia diagnosi (senza intervento, è importante che il professionista sappia dove e cosa guardare): cisti ovarica ed endometriosi intestinale e di conseguenza terapia ormonale continuativa per interrompere qualsiasi attività che alimentasse la malattia…l’aspetto antipatico è che anche gli ormoni contribuiscono all’infiammazione.
Io sono tra le fortunate che possono convivere con i disturbi provocati.
Purtroppo ci sono casi in cui questa patologia è fortemente invalidante ed è una tra le cause più comuni di infertilità.
Non a caso, molte donne scoprono di soffrirne proprio quando cercano una gravidanza.
L’endometriosi non si cura, è già un grande successo che negli ultimi anni se ne parli.
Purtroppo la credenza popolare che sia normale avere dei dolori durante il ciclo è stata ed è l’ostacolo principale della consapevolezza e la considerazione verso questa patologia, così da studiarla e trovare una cura.
Eppure siamo una su dieci.
Ma non è nemmeno questo l’aspetto più triste a parer mio, bensì il fatto che ci si affidi a professionisti per una spiegazione e che questi non sappiano nemmeno cosa sia.
Non è capitato solo a me.
Quando mi sono messa in contatto con ragazze con cui condivido questa condizione, ho scoperto che almeno 1 su 2 aveva vissuto un’esperienza simile.
Oppure non era stata creduta.
Il consiglio che darei a chi ha anche il minimo sospetto, ma anche senza averlo, è di fare una visita in un centro specializzato.
Alla fin fine comunque almeno una volta all’anno una visita di controllo ginecologico si fa, quindi perché non organizzarla con un professionista che conosca anche l’endometriosi per parlarne e confrontarsi?
Non serve andare a Milano, ci sono professionisti validi in tutta Italia.
Il secondo consiglio che mi sento di darvi è quello di mangiare in modo corretto: l’endometriosi non si cura ma la sua natura infiammatoria può essere, nei casi più leggeri, tenuta a bada seguendo un’alimentazione antinfiammatoria, limitando lo zucchero, le farine raffinate e i prodotti caseari.
Anche in questo caso, l’incontro con una nutrizionista che conosce l’endometriosi è stato illuminante.
Ascoltare il mio corpo e i suoi segnali e continuare ad informarmi sono stati gli aspetti più importanti per raggiungere finalmente la diagnosi.
Anche la fortuna ha avuto il suo ruolo, purtroppo non tutte possono permettersi di aspettare l’incontro con la persona che ti indica la via, ma nel mio piccolo voglio rendermi utile per tutte le donne, di qualsiasi età e luogo di provenienza, le quali soffrano di endometriosi o vogliano saperne di più.
Ecco perché ho deciso di lasciarvi qui la mia mail, anche se vi serve soltanto sfogarvi o un confronto, se volete sapere i nomi dei professionisti che mi hanno aiutata o se necessitate di condividere la vostra storia con qualcuno che vi possa capire…io ci sono.
Scrivetemi all’indirizzo mail vidotto.laura@yahoo.it e sarò ben felice di rispondervi.
Non siete sole.
Un abbraccio a tutte voi ed un grazie di cuore alla lista civica autonoma “Latus Anniae” del Comune di Latisana per avermi dedicato questo spazio, affinché potessi parlare di me e di tutte noi.”
Laura Vidotto