Carissimi concittadini e followers di latusanniae.com, è un piacere ritrovarvi mentre sfogliate le pagine virtuali del nostro sito.
Dopo un piccolo momento, concedetecelo, di ebbrezza dovuto alle elezioni amministrative nel nostro Comune, sulle quali si sono concentrati tutti gli ultimi nostri contenuti e sforzi.
Una tornata elettorale grazie alla quale, dopo oltre cinque anni di profondo lavoro sul territorio, siamo riusciti nell’impresa di ottenere due seggi nel Consiglio Comunale di Latisana, ma ora vogliamo ricominciare da dove abbiamo lasciato: informative, articoli di interesse, comunicazioni, insomma ritornano i contenuti di Latus Anniae di più ampio respiro ma sempre di estrema potenziale utilità per la comunità latisanese e non.
Siamo entrati in Consiglio Comunale, ma ciò non significa smettere di lavorare come ci avete visto fare da marzo 2016…anzi.
Tra il 23 e il 24 ottobre ho partecipato ad una iniziativa aperta al pubblico del Gruppo Micologico Torinese, presso il Borgo Medievale del Parco del Valentino di Torino.
Lo scopo di questa doppia giornata di visite guidate a varie specie di funghi e di conferenze riguardo la raccolta e la conservazione dei medesimi, era diffondere il più possibile la cultura micologica nella popolazione, indubbiamente utile, evitando di legarla esclusivamente ai corsi regionali per diventare veri e propri micologi.
Sono rimasto affascinato ed incredibilmente incuriosito da questo mondo e quindi ho pensato di portarvi qualche pensiero a riguardo, senza pretesa di completezza o tecnicità, in quanto non esperto.
I funghi rappresentano un tema molto importante per una serie lunghissima di motivi, ma ce ne sono due che mi attirano particolarmente, uno sistemico e uno di salute.
Da un punto di vista sistemico i funghi, entro un certo livello, sono fondamentali per la regolazione dell’esistenza di altre forme di vita avendo un ruolo chiave nel ciclo biologico.
Ricordatevi di questo quando camminate anche solo al Parco Gaspari di Latisana, o vi godete una Domenica pomeriggio nel bellissimo percorso ciclo-pedonale da Latisana a Lignano: se trovate dei funghi, che siano commestibili, non commestibili, velenosi o perfino mortali, tutti quanti hanno un loro ruolo nell’ecosistema e vanno rispettati e protetti.
Se trovate una amanita phalloides (comunemente amanita falloide, cappello rosso e pois bianche), il fungo velenoso per eccellenza nell’immaginario collettivo, non calpestatela: per noi sono mortali, ma per esempio le lumache se ne cibano senza problemi.
Se trovate dei boletus edulis (comunemente fungo porcino), che viceversa è tra i funghi commestibili più conosciuti e apprezzati, non fatene incetta.
Se trovate un fungo, volete raccoglierlo, ma non avete idea di che specie si tratti, avete due possibilità: rinunciare e non raccoglierlo, che è l’opzione che vi consiglio, o portarlo ad uno degli Ispettorati Micologici Regionali istituiti presso le Aziende per l’Assistenza Sanitaria, per la certificazione (a pagamento) del fungo.
Rispetto con coscienza, coscienza con sapere.
In Friuli Venezia Giulia, dove la micologia è un tema serio per tradizione, viene adottata una delle normative regionali tra le più stringenti in tutta Italia sul tema micologia: la raccolta dei funghi è permessa solo se si possiede, in termine tecnico, l’autorizzazione alla raccolta, conseguibile solo dai 16 anni in su previo superamento di prova orale presso gli Ispettorati Micologici Regionali.
Da un punto di vista della salute, che dire…
Non riuscivo a credere alle mie orecchie quando ho potuto appurare che esistono funghi velenosissimi che, una volta ingeriti, provocano sintomi da avvelenamento solo dopo ben quindici giorni!
E che dire degli armillaria mellea, i comunissimi chiodini?
Li mangiamo senza pensarci, convinti per esperienza del fatto che non ci possano indurre alcun male, ma la realtà è che circa il 10% della popolazione non possiede un’enzima necessario alla corretta digestione di questi funghi, producendo come risultato intossicazioni la cui intensità può essere anche forte.
Incentivare la diffusione della cultura micologica, coinvolgendo i gruppi e le associazioni micologiche locali e regionali, può dare vita ad un ottimo servizio per la comunità e perfino salvare vite.