Carissimi concittadini e followers di Latus Anniae, è con immenso piacere che riprendo in mano “penna e calamaio” virtualmente parlando, per affrontare con voi una tematica molto attuale ed importante, già trattata anche dal nostro capogruppo e candidato Sindaco Gianluca Galasso.
Io sono un O.S.S. e lavoro presso una S.A.P.A. (Sezione di Alta Protezione Alzheimer), immaginatevi quindi il ventaglio enorme di diverse casistiche e livelli di gravità dei pazienti mi si presenti ogni giorno davanti agli occhi, da anni.
Molte persone affette da patologie psichiatriche o allettate a causa di malattie degenerative e/o demenza, vengono seguite a casa da queste figure al limite dell’eroico, le quali rispondono al nome di “caregivers familiari”.
Per approfondire la conoscenza dei caregivers, vi rimando all’articolo di Gianluca Galasso, vi basterà cliccare QUI.
In questo articolo vorrei avanzare una proposta, a prescindere da chi la concretizzerà, che sia il nostro gruppo nel caso in cui amministrassimo Latisana, sia dovessero esserci altre forze politiche in maggioranza, poiché le necessità della cittadinanza non hanno colore politico, ma solo bisogno di essere soddisfatte.
Dalla mia esperienza professionale, posso garantirvi che i caregivers familiari hanno un assoluto bisogno di tre forme di aiuto:
– economico, poiché spesso costretti a ridurre il monte ore di lavoro o addirittura ad abbandonare la propria occupazione,
– psicologico, visto che credetemi…assistere una persona gravemente malata è sfibrante e prosciuga energie fisiche e mentali;
– cronologico, per il quale basterebbe dar modo al caregiver di concedersi un ritaglio di tempo ogni giorno per “tirare il fiato”.
Sono fermamente convinta che poter affidare ad una struttura specializzata, anche solo per due-tre ore al giorno l’assistito, solleverebbe il caregiver da un carico psicologico enorme, permettendogli di gestire anche le proprie commissioni e dandogli modo di rilassarsi nel limite del possibile.
Allo stesso tempo, una simile opportunità, rappresenterebbe una valvola di sfogo anche per il paziente stesso, il quale potrebbe essere intrattenuto con attività occupazionali di diversi livelli calibrati in base alla situazione che gli operatori si trovano di fronte.
Per chi ancora possiede capacità motorie e cognitive sufficienti ad interagire e relazionarsi, sarebbe possibile trascorrere del tempo curando un piccolo giardino/orticello, giocando a carte e con attività mnemoniche e logiche (memory, puzzle ecc), per non parlare delle arti manuali come fare a maglia o di esperienze più articolate le quali richiedano la presenza di figure professionali come per la Pet Therapy, la Doll Therapy o la musicoterapia.
Le attività occupazionali da svolgere assieme alle persone più fragili sono innumerevoli, aiutano a frenare l’impietoso incedere delle patologie degenerative, garantiscono dignità tanto ai pazienti quanto alle loro famiglie e, durante il loro svolgersi, permettono ai caregivers di riprendere fiato e curare anche la propria vita.
A Latisana un servizio simile non esiste, chi lo richiede viene solitamente indirizzato presso una struttura di San Giorgio di Nogaro, per l’esattezza parlo dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “Giovanni Chiabà”, per la quale mi sento di spendere parole di sincero elogio.
Rimane però il problema della distanza: non tutti i pazienti sopportano l’auto se non per tragitti brevissimi, altri non sono nemmeno nelle condizioni di muoversi senza un mezzo di trasposto medicalizzato, per non parlare delle tempistiche di andata e ritorno le quali occupano buona parte del tempo libero che il caregiver tenta di assicurarsi.
Allora per quale motivo non adibire una porzione della Casa di Riposo ASP “Umberto I” di Latisana o di un altro edificio pubblico per concretizzare un servizio simile, qui a Latisana?
Di casi descritti nel mio articolo ce ne sono anche qui, nel nostro Comune…è inimmaginabile se non si vive sulla propria pelle, ma fidatevi se vi dico che sono decine le persone assistite a casa da parenti più o meno prossimi, anche tra i nostri vicini e magari nemmeno lo sappiamo.
Noi della lista civica autonoma “Latus Anniae” siamo fermamente convinti che una civiltà possa definirsi tale solo se si prende cura degli ultimi, dei fragili, di chi non può proteggersi da sé.
Questo pensiero ci spinge con forza a richiedere maggiori attenzioni ed aiuti per i caregivers e le loro persone care, assistite amorevolmente a costo di accantonare la propria quotidianità.
E tu Latisana, vuoi aiutare i tuoi caregivers?